La sottile arte del Decluttering, Parte I.

Questo tubino non l’ho mai messo ma lo tengo, è un classico. Queste scarpe mi fanno male e non le porto, ma non si sa mai. Questi jeans sono più piccoli di tre taglie, ma prima o poi ci entrerò di nuovo. Questa camicia è rovinata… ma tanto che mi frega la metto sotto un maglione.
Vi riconoscete in alcune di queste frasi?
Sono abbastanza sicura di si. Perchè sono le stesse che pronuncio anche io, ogni volta, davanti al mio guardaroba. Mentre ravano con le braccia in un mucchio di roba inutile. Per andarmi a mettere, alla fine, sempre lo stesso jeans e lo stesso maglione con cui mi sento a mio agio.
Se siamo allineati questo articolo è perfetto per voi.
Siamo in primavera, a un anno da inizio pandemia. Il momento è propizio per dare un taglio al superfluo, al vecchio e al desueto e iniziare una nuova vita (si spera) iniziando proprio con un nuovo ordine.
Si. Io credo nel famoso “magico potere del riordino” della nostra Marie Kondo. Ma non tanto perchè tenga solo oggetti per cui provi dei sentimenti di gioia. Semplicemente perchè vivere in un ambiente meno ingombro. Più pulito. Più funzionale… Mi fa vivere meglio.
Se sono costretta la mattina a spostare mucchi di abiti che odio, a fare lo slalom tra ceste e scatole, improvvisarmi saltatrice con l’asta sopra mucchi di oggetti inutili… parto con il piede sbagliato.
Lontana da essere una minimalista magica, provo però ogni giorno a rendere il mio spazio più gradevole e vivibile.
Immagino questa sia stata colpa anche di mia madre, santa donna con tutti questi articoli che le dedico le fischieranno le orecchie, che appena vedeva del caos nelle nostre camerette ci aspettava dopo scuola con le intenzioni più bellicose.
si buttava tutto fuori dagli armadi e si rimetteva a posto. Tenendo solo le cose che servivano. E minacciandoci che se fosse stato di nuovo così in disordine avrebbe buttato tutto nei cassonetti. Praticamente era una via di mezzo tra Marie Kondo e un generale di Full Metal Jacket, ma con i biscotti per merenda.
Avete avuto un assaggio di questa mia filosofia, appresa e riproposta nella mia vita autonoma, Nell’articolo sul vivere la quarantena in casa. Lo potete recuperare proprio qui.
Questo articolo, invece, è un approfondimento specifico su come riorganizzo gli armadi. Almeno 2 volte l’anno con il grande cambio di stagione. I guardaroba sono infatti i grossi antri dell’accumulo. Dove si mette tutto e non si butta mai via niente, per una sorta di paura atavica del “magari un giorno lo voglio rimettere e invece lo avrò buttato“.
Spoiler… non si rimpiange mai nulla. Ve lo posso assicurare.
Perchè si accumula così tanto?
Ci sono vari fattori, a mio avviso.
A) Il fast fashion, senza dubbio, è determinante. La possibilità che fa gola a tutti di poter prendere tanti capi sfiziosi a prezzi davvero bassi. Che ci fa acquistare, in maniera più o meno compulsiva, tanta robaccia che non ci dona ma che lì per lì ci sembrava un’ottima idea prendere. Tanto “per 15 euro al massimo me lo metto a casa“. Ecco dove sta la fregatura.
Lungi da me farne un discorso di etica o sostenibilità, sono la prima vittima di questo sistema. E quando vedo le nuove collezioni così particolari e divertenti mi faccio sempre prendere la mano.
Quindi nessun giudizio qui, è un problema anche mio!
B) In secondo luogo si tendono a comprare cose “di moda” o che riteniamo “indispensabili” in un guardaroba perchè classiche. Ma che alla fine dei conti non ci piacciono e non ci donano e non le indossiamo mai davvero.
Esempi?
Il tubino nero, il trench beige, la camicia bianca, il completo sartoriale, il vestito luccicante per capodanno etc…
Le riviste femminili ci hanno riempito la testa di tutto quello che era “fondamentale” in un armadio che si rispetti. Così convincenti che abbiamo acquistato questi capi icona, anche se in realtà troppo lontani dalla nostra personalità.
Ingombrano, quindi, le nostre case, senza alcun motivo di restarci.
C) Acquistiamo spesso senza tener conto della nostra taglia reale o della nostra forma corporea. Questo perchè siamo sempre i peggiori giudici di noi stessi. Non riusciamo, spesso, a guardare il nostro corpo con obiettività.
Prendiamo qualcosa di striminzito, perchè abbiamo già deciso di affamarci per mesi e viviamo punendoci perchè non riusciamo a entrarci. Quando basterebbe comprarlo di una taglia in più e usarlo serenamente e senza senso di ansia. Oppure compriamo tutto over, per nascondere forme femminili che non apprezziamo a sufficienza.
A cosa porta tutto questo? ad avere gli armadi pieni di cose che non valorizzano il nostro aspetto. che ci fanno sentire insicure. Che ci ricordano della palestra che non abbiamo fatto. O che mortificano il nostro corpo.
Ma perchè?
Dico basta a questa dittatura. Vi consiglio innanzitutto di guardarvi allo specchio senza giudizio. Esattamente per quello che siete. Cercando, magari, di identificare la vostra forma corporea.
Mela? Clessidra? Otto? Pera? Rettangolo? Dove tendente ad accumulare il peso? quali sono invece le parti del vosto corpo più asciutte?
Non esistono forme “belle” o forme “brutte”. Esiste la vostra. E gli abiti giusti per valorizzarla al meglio. Far risaltare i punti di forza. Minimizzando quelli che meno vi fanno sentire a vostro agio.
Se volete farvi una cultura sull’argomento vi consiglio di seguire Rossella Migliaccio. Una guru della bellezza femminile. Da valorizzare in ogni sua forma e taglia!
Per smettere, una buona volta, di nasconderci o massacrarci. Ma comprare solo cose giuste per noi. Che ci facciano sentire belle e a nostro agio!
Dopo aver identificato la forma e i modelli di abiti che possano starvi meglio, non dimenticate di misurarvi con un metro da sarta. Almeno petto, vita e fianchi. Queste misure saranno utilissime per fare shopping mirato. Soprattutto online.
Su ogni sito, infatti, trovate una comodissima “guida alle taglie” dove scegliere quella più adatta proprio in base a queste misure. Questa piccola accortezza eviterà l’altro motivo (il prossimo) di accumulo.
D) Lo shopping online sbagliato. Si. Amatissimo, soprattutto in quarantena, ma pieno di insidie. Perchè? perchè se arriva qualcosa che non ci sta perfettamente o non ci convince al 100% lo teniamo comunque. Perchè troppo pigri per attivare le procedure di reso.
Anche perchè, bisogna dirlo, a volte serve una laurea in lingue e in relazioni internazionali per mandare indietro una maglietta da 30 euro. E alla fine la pigrizia mentale ha la meglio. Portandoci a tenere di tutto dentro quei maledetti armadi. Anche cose che in un negozio non avremmo comprato.
Qui posso solo consigliarvi di guardare bene i prodotti che ricevete, accumularne un po’ durante la sessione di shopping alla quale vi dedicate e poi mettervi con pazienza a rifare tutti i pacchi e rispedirli indietro. Non avete alcun vantaggio nè economico nè in qualità della vita a non farvi rimborsare qualcosa che non è di vostro gusto. Forza e coraggio!
A me aiuta tenere all’ingresso scotch e forbici sempre a portata di mano. Così da rimpacchettare tutto appena lo ricevo se non mi sta bene, senza aspettare e dimenticarmene!
E) Non tenere conto delle nostre reali necessità. Eccolo un altro motivo di accumulo. Tutti noi abbiamo quelle scarpe col tacco a spillo alte 12 centimetri che non mettiamo da quando avevamo 25 anni. Oppure quel giubotto di pelle perfetto per una serata di elettronica che giace in fondo all’attaccapanni. Perchè? Perchè si cresce. Si evolve. E questo non significa solo che cambia la nostra taglia, il nostro corpo, i nostri gusti. E che quindi con determinati capi non ci vediamo più a 35 anni come a 22. Che poi non è nemmeno detto.
Cambiano, soprattutto, le nostre attività quotidiane, settimanali, mensili, annuali!
Se durante l’università ogni giovedì si andava al Goa e aveva senso avere 3 miniabiti di pelle nera e le Jeffrey Campbell come primo capo da prendere dallo scaffale. Magari a 35 anni con un lavoro d’ufficio, due figli piccoli e la stanchezza cronica è possibile che quegli zatteroni non abbiano più alcun senso di star lì a prendere polvere. O no?
Non c’è logica nel tener tutto lì in una specie di mantra collettivo “un giorno forse le rimetterò“, aspettando una pazza serata che non arriverà mai. Anche perchè nel frattempo quel capo passerà totalmente di moda, magari smetterà di piacerci. E a quella pazza serata vorremo indossare tutt’altro, qualcosa che ci piaccia in quel momento. Quindi? quindi basta. Liberatevene!
F) Il senso di colpa. Ultimo motivo di accumulo, per questa prima parte della guida al decluttering. Vi sentite in colpa per i soldi spesi. Per aver voluto tantissimo quella cosa. Soprattutto se magari costava molto!
Chi non ha fatto una pazzia facendosi regalare, o acquistando con i risparmi di una vita, un oggetto tanto desiderato. Come una borsa o un paio di scarpe firmate. Poi però l’amore è passato. E ora vi si torce lo stomaco ogni volta che lo vedete lì abbandonato. Ma che senso ha tenerlo chiuso in casa, sentendovi in colpa ogni volta che non lo scegliete? Nessuno.
Non vi sentireste meglio a donarla a qualcuno che ne abbia bisogno? a regalarla a un’amica, sorella cognata? Oppure ancora meglio… rientrare un pochino dei soldi spesi vendendola su qualche sito adatto? Ecco. anche secondo me.
Restate sintonizzati. Nel prossimo articolo tutti i miei consigli per un decluttering mirato e, soprattutto, per vendite fruttuose online!
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