Fiumicino, locus amoeanus dello spaghetto alle vongole!

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Che sia estate, inverno, primavera o autunno… il romano per eccellenza ha un’idea molto chiara di ciò che vuole per il fine settimana: sole, sole e sole. Per prendere l’auto, andarsene al mare e mangiarsi uno spaghetto con le vongole. La vedi lì la gioia del romano DOC. La domenica, col suo occhiale da sole preferito, la camicia con le maniche arrotolate e il golfino legato sulle spalle. Stramaledice la città dal lunedì al venerdì. Le buche, il traffico, il lavoro che lo ammazza, l’ufficio in prati troppo lontano da dove vive e comunque non c’è parcheggio e i garage costano come un appartamento in centro.

Ma il sabato e la domenica lui Roma la ama. La ama perché può andarsene sulla spiaggia, bere un bicchiere di vino bianco ghiacciato e beffeggiare i suoi amici trasferiti al nord per lavoro, che non possono più godere di tanta fortuna.

Il pranzo al mare è un rito che si ripete per ogni occasione in cui il sole fa capolino, anche a febbraio, perché alla fine le temperature non sono mai abbastanza rigide da compromettere questo momento. Che sia con gli amici, la fidanzata o la famiglia. Ogni occasione è buona per lo spaghettino alle vongole in pole position.

L’unico dilemma che può offuscare momentaneamente la mente del romano a riposo è solo uno: Ostia o Fregene?

Eh si.

Perché come il più antico degli scontri vede Roma nord e Roma sud perennemente in conflitto, a colpi di sushi e kebab, anche lo spaghetto perfetto alle vongole è costantemente conteso fra due poli: Ostia e Fregene.

Io oggi sono qui in veste di Dea della Pace (che nell’immaginario collettivo romanesco ovviamente vive in Prati). Voglio proporre un’alternativa che metta tuti d’accordo. Che non sia vessillo di nord e sud. Zona franca, per essere tutti in aemonia, incamiciati o incanottierati.

Un locus amoenus che abbia il sole, il profumo di mare, i tavolini all’aperto e soprattutto… un pesce che renda il pranzo speciale come deve essere.

Perché si, Ostia e Fregene sono scelte degne di considerazione…ma se vi dicessi che uno dei pranzi migliori lo trovate a Fiumicino?

Fiumicino si. Quel comune che non fa torti a nessuno. Che non spalleggia ponte milvio, né il colosseo quadrato. Quello dove andiamo tutti quando prendiamo l’aereo a ferragosto e quindi può diventare anche una svizzera dei pranzetti della domenica.

Proprio a Fiumicino, sulla darsena, c’è uno dei ristorantini di pesce migliori che possiate trovare nei dintorni di Roma: La Marina.

Il posto è piccolino, sulla passeggiata del fiume. Ha una bella sala luminosa interna per poterci mangiare tutto l’anno, anche di sera. Ma ci sono i tavolini all’aperto, per godersi la giornata. Si trova in una zona perfetta della darsena, perché ha sempre “il sole in fronte”. Inoltre è più in fondo rispetto ad altri locali della zona e, quindi, arriva l’aria del mare. Dopo pranzo potete passeggiare lungo le imbarcazioni e arrivare alla foce del fiume, dove c’è anche la spiaggia.

Come vi avevo promesso: sole e profumo di mare.

Si ma il cibo? Il servizio? Il conto?

Calmi Alessandro Borghese dei miei stivali. Ci arriviamo.

Il cibo è eccezionale.

Lo Chef Alessandro Pietrini e tutto lo staff sono gli stessi della vecchia Caletta, che chi frequenta Ostia abitualmente non può non aver provato.

Io vi consiglio di iniziare SEMPRE con i loro antipasti misti, crudi e cotti. Potrete provare tantissimi assaggi diversi di pesce, cucinati in maniera sapiente e con accostamenti creativi ma non esagerati. La materia prima si deve sentire e si sente sempre distintamente.

Niente ciauscolo e passion fruit (cit.) per intenderci.

Tra le portate che potrete provare in questa “degustazione” ci sono solitamente catalana di gamberi, hamburger di tonno con purea di patate alla curcuma, lo storico polpo e patate, totani fritti e alici fritte con composta di cipolle, panzanella di seppie, baccalà fritto con salsa di peperoni, pane carasau con crema di gamberi e zucchine e via discorrendo.

Il menù e gli accostamenti, comunque, in genere cambiano in base alla reperibilità del pescato e dalla stagionalità delle verdure. Come è giusto che sia e come ogni chef che si rispetti dovrebbe fare.

Per quanto riguarda i crudi potrete assaggiare tartare, crostacei e ostriche a seconda della disponibilità. In questo caso vige il principio della semplicità, per lasciare al mare ogni mania di protagonismo. Ma semplicità, quando si tratta di pesce, non è mai sinonimo di banalità, né tantomeno di facilità. Anzi.

Il loro fornitore è conosciuto in tutta Roma, ed è incarnazione di altissima qualità. La materia prima, quindi, non potrà mai essere meno di eccezionale.

Se dopo questa carrellata di assaggi avrete ancora fame c’è una scelta di primi e secondi limitata ma gustosa, sempre a seconda della disponibilità del pescato giornaliero.

In ogni caso la pasta è fatta in casa e lo spaghetto alle vongole sempre presente. Quest’ultimo è cucinato a regola d’arte: al dente, pieno di vongole fresche, cremoso come non mai. Vi leccherete i baffi ad ogni boccone.

La carta dei vini è ben fornita. Tra tutti consiglio il Palinuro San Salvatore. Un vino bianco con un ottimo rapporto qualità prezzo. È un vino biologico, prodotto da un’azienda agricola di Paestum che abbiamo visitato durante una gita in cilento, simbolo di qualità e rispetto per la natura.

I dolci sono tutti fatti in casa dalla mamma dello Chef. Inutile dire che non si può andar via senza averli provati.

Il servizio non può che essere elogiato. Tutti i ragazzi sono veloci, competenti, sorridenti e cordiali. La gentilezza è il loro biglietto da visita e questo fa la differenza, a mio parere, sempre. Perché ok mangiare bene, ma stare bene in un posto è un’esperienza a tutto tondo. Legata anche al rapporto umano che si instaura in quelle poche ore.

Qui troverete calore e cordialità e avrete voglia di tornare, per sentirvi parte della famiglia.

I prezzi sono onesti. Sui 40/50 euro, che bilanciati alla qualità dell’offerta gastronomica possono ben essere definiti “bassi”.

Penso di avervi dato buoni motivi per smetterla di accapigliarvi su dove trovare il miglior spaghetto alle vongole e abbandonare, per una volta, il binomio Ostia/Fregene.

Fate pace a Fiumicino e riempitevi la pancia in serenità.

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