Gita fuori porta nel viterbese

Il Lazio è, ingiustamente, troppo sottovalutato. Quando si sceglie una meta per un week end romantico, fatto di natura, cibo e riposo, si sceglie di andare sempre verso la Toscana e l’Umbria. Per carità sono regioni meravigliose, di cui presto parleremo, ma dove lo mettiamo il Lazio?

È un posto ricco di tesori nascosti: borghi incredibili, chiese, parchi e boschi sconfinati, laghi scenografici, campi di lavanda sconosciuti. Pensando a tutti quelli che arrivano fino in Provenza per vederne la fioritura, avendola a pochi km da casa, mi piange il cuore.

Sottovalutato e sconosciuto Lazio, quanto ti amo!

Nei prossimi mesi parleremo di alcuni borghi bellissimi e luoghi di interesse storico poco rinomati…Ma oggi vi organizzo una gita fuori porta perfetta da gestire in una sola giornata: un tour nel bosco sacro di Bomarzo, un pranzo delizioso e un pigro pomeriggio di relax sulle sponde del lago di Vico. Giornata perfetta per i primi fine settimana di bel tempo!

AGRITURISMO I GIARDINI DI ARARAT

Cominciamo dalla parte predominante di questo tour, il pasto!

Oggi vi porto in uno dei posti davvero a cui sono più legata in assoluto. Non solo perché presenta una scelta enogastronomica eccezionale, con prodotti a km0, ma anche perché si trova all’interno di un paesaggio incantato ed è gestito da persone meravigliose.

Ararat si trova ai piedi dei monti cimini. In una zona ricca di ingredienti eccezionali come il leprino viterbese e le nocciole, graziata da un clima piacevolissimo anche in piena estate. Perfetto quindi per scappare dal caldo cittadino!

La natura è sfarzosa e predominante. Un bosco di castagni, fiori, rose e una vista a perdita d’occhio sulla campagna circostante.

Entrando nel ristorante si respira immediatamente un’aria di calore, coccole, casa.

I camini sono sempre accesi. Le ceramiche sui muri richiamano quel sapore delle nostre nonne… che ci mancano sempre.

I ragazzi che lavorano sono cortesi, gentili, disponibili e preparati. Le padrone di casa sono persone straordinarie.

Emmanuela vi riceverà con un sorriso contagioso, trasmettendo tutto l’amore che ha per la sua terra e la sua casa. Luogo che arreda con gusto, stravaganza e tanta dolcezza.

La chef Laura vi accoglierà non solo con la sua simpatia e la sua stretta di mano vigorosa, ma soprattutto con la sua cucina di cui non potrete non innamorarvi.

I piatti richiamano sapori tradizionali e dimenticati. Ma la cura e l’impiattamento sono leggeri, curati e delicati. Ogni accostamento, anche quello più ardito, avrà un’armonia e una cremositá impareggiabili. Il consiglio é quello di sedersi, nella casa di queste due incredibili donne, come se vi steste dedicando la coccola della settimana. Accomodatevi davanti al camino, aprite una bottiglia di vino, assaggiate (nel giusto periodo) l’olio nuovo della zona. Fatevi guidare da ingredienti locali e presidi slow food. Assaporate materie prime lavorate dall’agriturismo stesso.

Uscirete da lì ristorati, come dopo un intero week end di vacanza.

I clienti prediligono giornate soleggiate per godere del giardino e del bosco. Però io vi consiglio di andare anche in un giorno freddo e uggioso. Ci saranno meno persone e avrete la possibilità di godere appieno di tutta l’atmosfera calda e intima.

Tra tutti i piatti che ho provato in questi anni non posso esimermi dal consigliarvi soprattutto i primi. Gli stracci di bagnaia, conditi con ragù di leprino viterbese, di Laura sono famosi in tutta la zona.

Dove: Strada romana 30, Bagnaia (VT)

Quando: gli orari e i giorni di apertura variano a seconda della stagione e degli eventi presenti nella location, per cui informatevi sempre telefonicamente.

Perché: natura, atmosfera indimenticabile e cibo di eccellenza. Vi devo davvero spiegare perché andare?

Quanto: i prezzi sono medioalti per essere un agriturismo (sui 40/50€ a persona) ma assolutamente in linea con la qualità dei prodotti e la cura dei dettagli.

Per chi non ha la fortuna di abitare nei dintorni (e potersi godere quindi una gita fuori porta) segnalo che l’agriturismo ha aperto anche una zona b&b per poter dormire. Approfittatene per concedervi un week end intero alla scoperta della Tuscia.

SACRO BOSCO DI BOMARZO

Prima di sedervi a tavola a gustare i prodotti locali, vi consiglio una passeggiata nel sacro bosco di Bomarzo. È un esperienza senza paragoni.

Il bosco, conosciuto anche come Parco dei Mostri, è un parco naturale caratterizzato dalla presenza di numerose statue di basalto raffiguranti mostri, divinitá, animali mitologici.

Le sculture sono ormai state inglobate dalla vegetazione circostante, creando un incredibile effetto spettrale e magico.Visitato in una giornata piovosa o nebbiosa, vi farà pensare di essere finiti in un film di Indiana Jones.

Il parco fu commissionato dal Principe Pier Francesco Orsini. Lo scopo dell’opera è rimasto ignoto e avvolto dal mistero.

Non si capisce se dovesse trattarsi di una sorta di percorso iniziatico, con qualche valore specifico, o se fosse semplicemente una stravagante forma di diletto.

Nel corso degli anni numerose sono state le leggende legate a questo luogo, tanto mistico quanto divertente. Scienziati, storici, filologi, poeti, scrittori si sono arrovellati su questo enigma. Senza giungere, però, ad un’opinione omogenea. Deviati, forse, anche dalle numerose iscrizioni presenti nel parco che sembrano confondere (e dileggiare) ancora di più gli avventori. Come ad esempio:

Tu ch’entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte

La più bella interpretazione dell’intero complesso di Orsini, a mio avviso, è quella che considera il bosco come un viaggio “onirico” in cui attraversare le fasi della paura, della fantasia, dello stupore. Rinascere diversi e riscoprire la propria innocenza, la capacità di meravigliarsi ed emozionarsi.

Curiosità e simbolismi:

  • Tra le statue presenti, il drago attaccato dalle tre bestie richiama alla nostra mente le fiere che sbarrano il cammino di Dante nella divina commedia: la lonza, il leone e il lupo (simboli della lussuria, superbia e cupidigia). Come Dante nel suo viaggio, anche in questo luogo l’avventore si trova ad affrontare un percorso che porterà, in ogni caso, ad una vera e propria catarsi.
  • Il mascherone dell’orco, invece, è forse la statua più famosa e fotografata del parco. L’epigrafe attuale è “ogni pensiero vola” mentre, pare, che la scritta originaria riportasse la famosa frase “lasciata ogni speranza voi ch’entrate”. Anche qui sembra esserci  un chiaro riferimento all’inferno dantesco. Questo mascherone, secondo la mitologia italica, dovrebbe rappresentare il sovrano degli inferi. La possibilità, per chi passeggia, di entrare (e uscire indenne) dalla bocca del mostro appare come un percorso di rinascita attraverso il dolore. L’abbandono delle proprie paure.
  • Un’altra statua sullo stesso filone è quella dell’Echidna. Dalla foto postata in alto si può notare sia la sua natura (mezza donna mezzo pesce, una sorta di sirena con doppia coda che nella storia dell’iconografia greca rappresenterebbe una sorta di dea madre) che la sua posizione, in qualche modo lasciva e volgare. Questo, ben lontano da un concetto prettamente sessuale, richiamerebbe più che altro l’idea della nascita. Del parto. Una sorta di “dea genitrice”, simbolo della nuova vita.

Queste di cui abbiamo parlato sono solo tre delle numerose statue presenti, con solamente alcuni dei loro (ipotizzati) riferimenti letterari, simbolici e mistici.

Vi consiglio di entrare voi stessi nel sacro bosco e di esplorare, leggere le varie interpretazioni. Ma soprattutto farvi una vostra idea personale su questo viaggio metafisico!

LAGO DI VICO

Dopo una passeggiata esoterica e faticosa, dopo un pranzo impegnativo annaffiato (sicuramente) da qualche bicchiere di buon vino locale, l’unica cosa che mi sento di consigliare è finire la giornata in pieno relax.

Andate sulle sponde del lago di Vico, sedetevi in uno dei numerosi tavoli da picnic riparati sotto l’ombra degli alberi e godetevi la brezza primaverile e il colore scintillante dell’acqua.

Se volete, invece, una vista mozzafiato e una foto molto instagrammabile…usciti dal ristorante i giardini di Ararat (a pochi km) si trova una rampa di lancio utilizzata dagli appassionati di deltaplano.

Ad un’altezza di quasi 900 mt permette una vista incredibile sul lago e sul paesaggio circostante.

Allargate le braccia e scattate una foto ricordo indimenticabile di questa gita!

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