In giro si dice che i diamanti siano i migliori amici delle donne. Ma forse non è così per tutte. Per alcune lo sono i tartufi: neri o bianchi poco importa, quel che conta è che siano di altissima qualità.
Sicuramente è così per Giorgia Cappella, classe ’90, in arte Lady Truffle che per lavoro seleziona tartufo pregiato per i migliori chef della Capitale.
Parte quotidianamente con il suo pacco ricco di tesori della terra per portare nelle cucine più importanti uno degli alimenti più esclusivi.
Giorgia è un’esperta e fine conoscitrice del tartufo, che va a scovare tra Abbruzzo, Lazio e Molise. La sua, poi, è una storia di riscatto tutto al femminile.
Licenziata dal suo precedente lavoro una volta diventata mamma, in una purtroppo troppo nota mortificazione delle donne sul mondo del lavoro, ha saputo reinventarsi in un contesto da sempre considerato appannaggio del maschio, dando vita a un business di successo in grado di coniugare passione e professione.

Giorgia, raccontaci un po’ di te: da dove nasce Lady Truffle?
Lady Truffle nasce da un momento non facile della mia vita. Ero in crisi, a un bivio, e dovevo capire come rimettermi in gioco.
Sai che la parola “crisi” in giapponese può essere tradotta, in italiano, come pericolo+opportunità? Diciamo che è proprio quello che ho fatto. Ho preso una situazione scomoda e l’ho trasformata in un’opportunità a mio vantaggio.
Come ci sei riuscita?
Grazie anche all’aiuto del mio compagno, che mi ha spronato, ho deciso di creare qualcosa che fosse mio. Una volta stabilito questo dovevo capire in quale campo mettermi in proprio. Cosa potevo fare? La mia intuizione è stata quella di lanciarmi in un settore che conoscessi bene, nel quale sfruttare anche le mia competenze commerciali e il knowhow che avevo sviluppato lavorando studiando nel settore del lusso.
E quindi il tartufo?
Sì, ho capito che i tartufi, gemme del terreno in mezzo alle quali sono cresciuta, potevano lastricare la strada del mio futuro. Le mie origini molisane sono state il punto di partenza.
Sei tornata alle origini.
Il ricordo dell’infanzia è stato il punto di ripartenza. Ho passato tutte le estati in montagna a casa dei nonni a gustare queste prelibatezze in scaglie. Da qui mi sono lanciata in questa nuova avventura: ho rispolverato qualche contatto e iniziato a bussare alle porte dei primi ristoranti, a presentarmi agli chef. Quasi in punta di piedi, senza mai essere invadente, solo per mostrare il mio tartufo. Puntando, fin da subito, a differenziarmi per offrire agli chef esclusivamente un prodotto di qualità e primissima scelta.
E questa passione per il tartufo da dove arriva, oltre che dai ricordi d’infanzia?
La passione è arrivata e si alimenta ogni giorno con il lavoro che faccio. Il tartufo era qualcosa che conoscevo, che apprezzavo. Ma restava lì come una diapositiva sbiadita.
Il vero fuoco è divampato quando ho iniziato a selezionare i primi tartufi cavati freschi, a toccare, a osservare, a odorare ogni singola pepita. Lì nasce la passione.
Una ricerca davvero minuziosa la tua fatta di passione ma anche di molto studio.
Per decidere di lavorare solo tartufo di alta qualità ti assicuro che di passione ne serve parecchia, il grosso del mio lavoro è a monte: scegliere e suddividere per gli chef solo quello che io reputo “top”. Ma per farlo devi conoscere ogni aspetto di questo mondo. Per questo motivo e per mia cultura personale ho deciso di conseguire anche il tesserino che abilita alla ricerca e alla commercializzazione del tartufo.
Passione, studio, ricerca. Cosa ami del tuo lavoro?
Amo senza dubbio la fase di selezione. Sarà anche la più faticosa, fatta di alzatacce, chilometri in auto e mani sporche di terra… ma è la più bella.
Cosa ti dà più soddisfazione?
Il rapporto di fiducia che con fatica instauro e mantengo con gli chef con cui collaboro. Il tartufo è un’eccellenza italiana e una materia prima preziosa e purtroppo c’è chi la commercializza senza alcuna etica, come avviene in ogni settore del mercato. Io mi impegno a consegnare solo il meglio in termini di maturazione, profumazione, pezzatura e freschezza. Per questo è fondamentale che si fidino di me.
Quanta soddisfazione c’è, dopo essere stata penalizzata sul lavoro solo perché donna e madre, aver raggiunto questo successo professionale contando solo sulle tue forze?
Non me ne rendo ancora tanto conto. Nella mia testa sono alla partenza, ho ancora molto da fare e da costruire. Tanti gli chef con cui ancora iniziare a collaborare.
Il tuo prossimo obiettivo?
Creare una squadra di donne “Lady Truffle” per incrementare il mio business. Sono alla ricerca di donne perché per me significa mantenere alto il valore del riscatto al femminile che questa realtà ha significato per me. Non è facile, ma magari anche con questa intervista potremmo trovare qualche ragazza interessata!
Conoscendo tanti chef ed entrando in tante cucine a portare i tuo diamanti sarai una vera esperta di ristorazione, qual è il tuo posto del cuore a Roma?
Beh sì questo è un altro aspetto positivo del mio lavoro. Reputo un privilegio entrare nelle loro cucine, sbirciare quando preparano la linea o sono intenti nell’ideare un menu. Ho molti posti del cuore, sia a Roma che fuori. Senza nulla togliere agli altri Osteria Fernanda è quello al quale sono sicuramente più affezionata.
Qual è il piatto in cui l’abbinamento al tartufo ti ha conquistata?
Plin di caccia, zabaione alla birra, scorza nera e tartufo pregiato. Un’esplosione di sapori. Ma devo dire che amo molto anche gli chef che sappiano abbinare il tartufo al pesce o ai dessert.
Tu quale tartufo preferisci? bianco o nero?
Questa è una domanda che mi rivolgono spesso e uno spunto di confronto anche con gli chef.
Sicuramente il tartufo bianco pregiato è il re della cucina italiana, ma quello che amo di più e che è proprio il tartufo del mio cuore è il nero pregiato. Una qualità disponibili da novembre a marzo.
E come mai?
Oltre ad esserci affezionata perché ha segnato la svolta nella mia carriera è anche un tartufo con proprietà organolettiche eccezionali, con un sapore e odore inconfondibili. Pensa che a casa Lady Truffle il 26 dicembre non mancano mai i tortellini in brodo con una pioggia di tartufo nero pregiato.
Ora vorrei essere invitata a casa tua per le feste! Tornando a noi, ora che sei dove sei, cosa diresti alla Giorgia di 10 anni fa?
Le direi che la vita è piena di cambi di rotta. Che per anni pensi di diventare qualcosa, di intraprendere certi studi, di fare determinati progetti, di disegnare il tuo furto e poi puff, arriva un imprevisto che ti costringe a cambiare programma. Tutto sta come si riesce ad affrontare l’imprevisto.
E tu, Giorgia, che 10 anni fa solo all’idea di un cambio programma di una giornata saresti entrata in ansia voglio dire che invece riuscirai ad affrontarlo. E chissà quanti ancora ne affronterai.
Beh, te lo auguro di cuore. Grazie di essere stata mia ospite e speriamo che qualche ragazza all’ascolto decida di entrare nel tuo mondo.