Guida Semiseria all’Organizzazione del Matrimonio-Parte I

No no no.

Non è l’ennesimo elenco di cose meravigliose e pucciose e romantiche da scegliere per le nozze per essere UNICA e FAVOLOSA e AMMIRATA da tutti.

Ma soprattutto odiata dal futuro sposo che si ritroverà con un cravattino rosa a bere cockatil a base di sciroppo di fragola intonati con i segnaposto e con i fiori dei paggetti e con la tiara della sposa e con le scarpe della suocera e con i calzini dei testimoni e i vestiti delle 5 damigelle, chiedendosi che cazzo gli sia passato per la testa 12 mesi prima con quell’anello maledetto e da quale mostro delle cerimonie sia stata sostituita la sua amata fidanzata.

Sarà una guida cinica e senza fronzoli per quello che, mi dispiace, non sarà mai il giorno più bello della vostra vita.

Penavate di si? No. È una truffa inventata dai wedding planner e dalle stronze lobby delle bomboniere orrende di ceramica.

Sarà un giorno, della vostra vita insieme, che ricorderete con delle foto imbarazzanti e tanti ricordi molto dolci e una patina di sbronza da champagne.

Ma un solo giorn, di un’intera vita meravigliosa fatta di momenti non patinati, non fotografati, non filmati e spesso molto più speciali di quello.

Si, perché quello che fotte tutte le spose è questa irrealistica visione delle nozze da favola che ci hanno propinato in tutti i cartoni e in tutte le commedie romantiche degli anni 90.

Questa idea che debba necessariamente essere tutto leggendario e pirotecnico.

Che ogni invitato debba rimanere a bocca aperta mentre uscite da una conchiglia al centro della piscina (fatti reali) e adorarvi nella vostra nuvola di tulle candido perché “non è mai esistita sposa più bella e coppia più felice”.

No ragazze. No.

Forse assomiglierà più a una scena di viaggi di nozze che all’arrivo di Kate Middleton. Perché la vita vera è un’altra cosa e quel vestito a fine serata vorrete strapparvelo via con i denti.

I vostri invitati saranno felici per voi, per carità.

Ma quel giorno starete loro pure un po’ sul cazzo perché avranno caldo, indosseranno scarpe scomode e dovranno seguire ritmi interminabili per accompagnarvi fino alla torta in un climax di brindisi e bacio bacio bacio e file al buffet dei fritti.

Quindi basta con queste pippe mentali.

Se volete sposarvi e volete farlo a modo vostro vi darò tutti i consigli che ho raccolto con il mio CALDISSIMO E ATROCE matrimonio. Lieta di assolvere questo ingrato compito.

Ma fatelo senza costruirci sopra un castello di aspettative irrealizzabili, destinate a fracassarsi con delusione se anche solo una minuscola cosa dovesse non andare come desiderate.

E basta con questo “giorno più bello della vostra vita!” da feed di instagram di Enzo Miccio.

Si perché lo abbiamo detto prima, ce lo inculcano fin da piccole: il matrimonio sarà il giorno più bello della tua vita!

Capelli da principessa disney folti e lucenti, un abito frusciante da sogno, un cavaliere che ti aspetta all’altare, fotogeniche lacrime di commozione su un volto di porcellana, gli uccellini che ti tengono il velo…

Posso dire? Che palle!

Ci hanno cresciute tutte, noi millenials, con questo stereotipo. Poi ci svegliamo il giorno delle nostre nozze e abbiamo un brufolo in fronte, i capelli crespi per l’umidità, il vestito si sporca con la pioggia, i fiori non sono come li avevamo immaginati, lo sposo si sbronza, vostro padre si toglie la cravatta, un’invitata si veste di bianco…. E andiamo fuori di testa.

Perdendo totalmente di vista il fulcro della situazione: che amate e vi state unendo al vostro compagno di vita.

Si perché ok la scenografia ma, sveglia? Siete lì per un motivo più importante!

Ho sentito donne arrivare alle mani per accaparrarsi il giorno speciale proprio in quella location specifica, altre fare ipnosi notturna ai propri compagni per convincerli a sposarle a tutti i costi, altre digiunare per mesi per entrare proprio in quel vestito che avevano ammirato per anni in vetrina, altre ancora litigare a morte con amici e parenti perché si sono rifiutati di partecipare al dress code più assurdo mai sentito mettendosi delle piume di pavone in testa.

Tutto nasce da questa retorica sul matrimonio, dannosa e ripetitiva e fuorviante.

Perché si, alla fine si confonde il matrimonio (ovvero l’unione di due persone che desiderano celebrare il loro amore) con la FESTA di nozze.

Che è tutto un altro paio di maniche!

L’abito bianco, gli allestimenti, i cigni nel laghetto, le ciglia finte e la musica del primo ballo… poco hanno a che vedere con la mia idea d’amore.

L’immagine di una Spozilla isterica che costringe gli ospiti a posare 130 volte per la stessa foto in posa davanti alla torta diciamolo… è inquietante.

Non è un ballo delle debuttanti. Non è una giornata di vacanza a Guantanamo. Non potete, in nome dei vostri sogni di bambine dell’asilo, massacrare la gente in questo modo!

Godetevela, fatela godere a tutti, non costringete nessuno a vestirsi in un determinato modo per assecondare la vostra febbre da boss delle cerimonie e per carità… calmatevi!

Prima, dopo, durante.

Pensate a quale sia il motivo per cui voi due (eh si, anche il marito) avete deciso di arrivare a questa giornata.

Pensate alla vostra storia. Al vostro amore. A cosa vi piace. Costruite questa cerimonia INSIEME per celebrare la vostra relazione. E per festeggiare un impegno così importante con le persone che amate e che vi amano. Non per dimostrare qualcosa a qualcuno.

Meglio?

Molto.

Anche perché non dimentichiamoci che ci si dovrebbe sposare per amore. Perché lo si desidera. Perché si vuole davvero stare con quella persona… magari non durerà tutta la vita. Ma il presupposto sarebbe volerlo, almeno in teoria.

E questo passo così grande non è una cosa da fare a cuor leggero solo per mettersi un vestito e fare invidia a quell’amica stronza delle elementari che è rimasta zitella o per segnare una tacca in più sulla cintura della vita delle “cose da fare prima dei 35 anni”.

È una decisione da ponderare per bene e per le giuste ragioni.

Si, non era solo l’idea cerimonia a stressarmi da tutta la vita. Era anche l’impegno in sé a lasciarmi delle riserve!

Perché nonostante io sia una donna nata a cavallo tra gli anni 80 e 90, cresciuta a pane e Julia Roberts, a me il matrimonio ha sempre messo un’ansia pazzesca.

Quando a 6 anni, in prima elementare, scoprii che una mia compagnetta aveva i “genitori divorziati” rimasi perplessa.

Tornai a casa e chiesi a mia madre cosa significasse.

Loro, preoccupati che io potessi soffrire all’idea che anche loro potessero divorziare, cercarono di spiegarmelo con tatto.

Per non traumatizzare la mia giovane mente malleabile.

Mi dissero che a volte l’amore finisce, ma non nel loro caso, e che quindi le mamme e i papà possono decidere di dividersi. E andare in case diverse. E anche risposarsi.

In effetti mio papà arrivava da un altro matrimonio con una signora simpatica che avevo conosciuto e mio fratello non era anche figlio di mia mamma, ma non ci avevo fatto troppo caso, forse mi ero immedesimata in una puntata di Big Love ante litteram.

Ci pensai sopra a questa cosa dello SPOSARSI ma poi RIPENSARCI.

Non aveva infranto alcun sogno di bambina. Non ne ero traumatizzata. Ma nemmeno rimasi indifferente.

Mi illuminai.

Capii che quella stronzata del per sempre, piazzato alla fine di tutte le favolem NON era un accordo vincolante.

Non era un patto di sangue indissolubile.

Esisteva una scappatoia!

Era un “per sempre”, finchè non ci staremo sul cazzo…

Per sempre, finchè mi va di dividere il lavandino con qualcuno.

Evviva! Potevo anche io trovare il mio principe azzurro, perché ALLA FINE se avessi cambiato idea esisteva questa magica parola: Divorzio!

Meno male. Potevo iniziare la mia ricerca senza troppe aspettative! Quello che mi serviva per scaricare l’ansia.

Arrivati a questo punto (ci siete arrivati?) penserete che io sia una sorta di single indefessa, incazzosa e incattivita, che non ha mai conosciuto l’amore e parli quindi per mancanza di informazioni.

Ma si sa che la vita tira sempre colpi mancini a chi meno se lo aspetta.

A me, proprio a me, a cui il matrimonio metteva l’ansia e avevo una paura fottuta di un principe azzurro che mi portasse in un castello non di mio gradimento…beh, l’amore è arrivato prestissimo.

Ho conosciuto quello che poi è diventato mio marito alla soglia dei 18 anni.

Ci siamo innamorati (assurdo ma vero) al primo bacio e non ho mai avuto un dubbio nella vita che non fosse lui “l’uomo giusto”.

Quello con cui volevo passare ogni giorno, fino a diventare vecchi e grinzosi dipendenti dal burraco.

Lo volevo. Lo voglio. L’ho sempre voluto.

Quindi?

Quando lui, tatone, ha deciso di ignorare i miei campanelli di allarme in ambito matrimoniale e inginocchiarsi con un anello in mano chiedendomi di diventare sua moglie…

Cosa avrei potuto dire se non si?

Oddio… in realtà prima di tutto gli ho detto: sei pazzo, parliamone un attimo!

Però poi ho detto si.

Ti amo, si.

E poi ho detto col cazzo che mi sposo col vestito bianco e la cerimonia e la festa e la cena e le bomboniere. Facciamolo adesso. Da soli. Qui. Senza nessuno.

Ma non ha ceduto.

E indovinate?

Esatto. L’ho fatto. Ho fatto tutto questo. Per amore.

E ho una valanga di foto riuscite male e imbarazzanti a ricordarmelo. Perché anche se non è stato il giorno più bello della mia vita, sarà sicuramente uno dei giorni più memorabili.

E sono felice di aver seguito il cuore.

Come è riuscita una cinica e nevrotica come me a organizzare una vera cerimonia di nozze “tradizionale” senza diventare pazza?

Con un marito spozilla. Senza dubbio. Ma anche con dei professionisti serissimi ai quali sono stata grata ogni giorno e di cui vi parlerò nel prossimo articolo!

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