Esistono piatti in grado di richiamare alla nostra mente ricordi dimenticati. Questo è il superpotere che ha il cibo: farci rivivere momenti felici. Ricordarci vividamente persone che non ci sono più da tanti anni. Farci sentire nuovamente quello che siamo stati un tempo.
Questo perchè i colori, i profumi, i sapori…sono in grado di sollecitare la nostra memoria come nessun’altra cosa al mondo.
I piatti della tradizione, tramandati fedelmente di generazione in generazione, creano una vera e propria catena indelebile di ricordi, che si fissa nel nostro cuore e si risveglia con i nostri sensi.
Sono romana, inutile dire che quasi tutti i miei ricordi più lontani nel tempo sono legati ai piatti di questa cucina. Una cucina povera, ma ricca di sapore e di territorialità.
Però (c’è un però) quando si dice “cucina romana” si pensa sempre ad un certo tipo di locale, caratterizzato più o meno dagli stessi piatti e dagli stessi ambienti. Oggi voglio darvi tre alternative, per presentarvela in tre modalità differenti:
– Vintage. Quinti autentica, all’antica. Identica a se stessa da decenni.
Quella che non sbaglia mai.
– Retrò. Moderna, di nuova concezione. Fresca e giovane. Ma con un richiamo al passato e alle tradizioni molto forte.
– Charmant. Che in francese significa Affascinante. Un posto con piatti tradizionali e porzioni abbondanti, ma anche un po’ chic. Dove portare una dolce metà (che apprezzi la buona tavola) così come un capo, un caro amico o una mamma.

Vintage-La sagra del vino.
Questo posto é uno dei più conosciuti della Balduina, anche semplicemente con il nome “Candido”. Ovvero quello del suo storico titolare. Ancora li, romano e verace…che supervisiona tutto con la sua verve senza paragoni.
Vengo qui da quando ero una bambina e mi sedevo a tavola con i miei nonni per una fetta di polpettone, con le patate belle bruciacchiate.
Il posto è sempre identico. Tavoli alla buona, tovaglie di carta, piastrelle alle pareti ricoperte da migliaia di adesivi di tutti i tipi.
Candido non finge di essere un posto romanesco “all’antica”. È un posto romanesco all’antica. lo è per eccellenza perchè è lì da sempre e non cambia mai.
I piatti sono quelli della tradizione, fatti come li cucinerebbe una nonna trasteverina.
Niente mantecature niente impiattamenti. Nessuna ricercatezza. Pecorino, guanciale, sugo di spuntature, coratella coi carciofi, polpettone.
Niente dolci ma solo tozzetti e vino liquoroso.
E, come ripete Candido a qualsiasi avventore, se nun te sta bene…all’angolo c’é n’artro ristorante che ti può soddisfare.
Quando si viene qui non lo si fa per una serata galante. Tantomeno per fare il punto della situazione su ogni portata come dei critici gastronomici. Si viene qui, solitamente in grandi tavolate, per mangiare piatti casalinghi e bere vino della casa.
Ritrovare sapori perduti delle cucine di quando eravamo bambini. L’allegria e l’ottimismo di tempi diversi. L’informalitá di una cena in famiglia, che magari finisce con una partita a briscola e qualche insulto.
Candido ti propone quel concetto di comfort food che tanto aneliamo a descrivere. Piatti antichi, tanto cuore e un fiume di esperienze dimenticate.
Il mio consiglio? Venite qui senza pretese ma col cuore aperto, mangiate la pasta e fagioli della casa e ritrovate il piacere della tranquillità.
Occhio ai prezzi, perché posto alla buona ma conto non necessariamente economico. Dipende da cosa si ordina ma siamo sui 35/40€ a persona.

Retrò-santo palato.
Quando si parla di retrò si intende qualcosa di nuovo ma che richiama e riprende antichi valori passati.
Ecco, santo Palato è proprio questo.
Sarah Cicolini, patron e chef di questa trattoria moderna, riesce chiaramente a farconvivere le due anime. Modernità e tradizioni. Informalitá e cura. Ingredienti poveri e ricercatezza.
Quando entrerete da Santopalato penserete di aver varcato la soglia di una trattoria di 50 anni fa, ereditata magari dalla pronipote del titolare.
Tavoli e sedie di legno, scritta trattoria in bella vista, muri ocra e quadri dal sapore storico.
Ma invece è tutto nuovo. Nella più larga concezione del termine.
Ristrutturato e concepito pochi anni fa, ma con quel gusto glorioso del passato che fa subito casa e subito famiglia.
La cucina è strabiliante. Materie prime di altissima qualità, cucinate con estro e presentate con eleganza. Ma le ricette, i sapori e gli ingredienti richiamano in toto la tradizione romanesca, anche quella meno conosciuta (non solo primi alla romana, per capirci). Grossa attenzione agli ingredienti poveri e al quinto quarto. Nobilitati dalle capacità di Sarah per diventare piatti puliti, eleganti e dagli accostamenti più contemporanei.
Ottima la polpetta di coda. Eccezionale la cacio e pepe. Buonissime le carni, tenere e gustose.
I prezzi sono medio/alti (sui 40/50€ a testa) perfettamente in linea con la cura e la qualità di quanto presentato.

Charmant-taverna trilussa.
Dicevamo all’inizio che quando si parla di cucina romanesca si pensa a un certo tipo di locali. Spesso chiassosi e poco curati. Restiamo così convinti di non poter conciliare, magari, una cena romantica e una passeggiata al chiaro di luna con questo tipo ristorante.
Taverna trilussa smentisce tutti i detrattori. È un posto confortevole. Con cucina romana, abbondante e gustosa. Ma l’ambiente (soprattutto il dehor) regalano una location non per forza da collegare a una grande tavolata molesta. Ben si presta, invece, a cene a due o comunque più ricercate e tranquille. La possibilità, poi, di passeggiare per il centro, renderà la serata ancora più speciale.
La cucina è ottima.
Favolosi i primi, presentati simpaticamente nelle padellone di metallo.
Ottimi formaggi e salumi. Buona la lista dei vini. Superlativi i dolci. Di solito i fine pasto nelle trattorie romanesche lasciano un po’ l’amaro in bocca. Limitandosi a biscotteria e liquori o presentando dolci non proprio all’altezza del resto del pasto. Qui non rimarrete delusi. Anzi, ne vorrete ancora!
I prezzi sono altini (sui 50/60€) ma vale la pena provarlo. Soprattutto in una bella serata d’estate, per godere dell’esterno.